giovedì 28 giugno 2012

® Sua santità, le carte segrete di Benedetto XVI: recensione ed opinioni

Il libro di cui vi vogliamo parlare oggi è un libro destinato a far discutere e a suscitare notevoli polemiche e scontate querele, come è normale che sia visti i temi delicati trattati. L'autore di queto libro è un giornalista che già in passato è salito agli onori della cronaca per altre sue pubblicazioni "spericolate" e pericolose, Gianluigi Nuzzi.


Già autore del libro contestatissimo "Vaticano Spa", che è stato tradotto in ben 12 lingue e che ha fatto conoscere non solo in Italia ma in tutto il mondo il suo autore, Nuzzi ci riprova pubblicando questo libro dal titolo piuttosto esplicito "Sua santità, le carte segrete di Benedetto XVI", un libro che, a detta del suo autore, utilizza fonti di prima mano prelevate direttamente dal Vaticano e giunte nelle mani del giornalista di Libero.

Ed è così che scorrendo le varie pagine leggiamo i più impenetrabili segreti che il Vaticano ha cercato per anni di tenere nascosti.

Si va dal caso Orlandi, scomparsa senza lasciare traccia il 22 giugno del 1983, fino alle pressioni esercitate sulla politica italiana per supportare leggi e decreti pro-Chiesa, sia in campo bio-etico che in campo fiscale.

Nuzzi ha quindi il pregio di sollevare il velo di mistero che era solito nascondere le connivenze tra le alte sfere del Vaticano e gli uomini potenti della nostra politica.

Si legge quindi che, ad esempio, alla vigiali di un incontro con il presidente della Repubblica Napolitano, i collaboratori di Papa Benedetto XVI preparano un dettagliatissimo documento su temi sensibili per l'opinione pubblica e di estremo interesse per la Chiesa Cattolica: si va infatti dalle questioni legate all'eutanasia e l'accanimento terapeutico, alla famiglia e alla scuola per arrivare poi ad argomenti più "scabrosi", come la pedofilia o la vicenda di Dino Boffo. L'ex direttore di Avvenire fu costretto infatti a dimettersi nella lontana estate del 2009 quando venne diffuso un documento, rivelatosi poi essere un falso, in cui lo si indicava come omosessuale.

In realtà, dal libro si evince che si sarebbe trattata di una vera e propria congiura nata proprio in Vaticano come sostengono le tre missive inviate proprio dallo stesso Boffo a monsignor Georg segretario particolare del Papa e al Segretario di Stato Angelo Bagnasco.


In queste lettere, riportate nel libro di Nuzzi, Boffo fa il nome del mandante e delle motivazioni che hanno ispirato questa congiura. Come se non bastasse, nel libro si fa riferimento al fatto che nelle mani del Pontefice arrivano documenti scottanti riguardanti la situazione economica finanziaria del San Raffaele, sul famoso e discusso caso Ruby e sul crac della chiesa americana dopo lo scandalo dei preti pedofili.

Per ultimo, ma non meno importante, la missiva inviata da Carlo Maria Viganò, segretario generale del governatorato, che, una volta destituito dal suo incarico, scrive una inquietante missiva al Pontefice Benedetto XVI: “Beatissimo padre, un mio trasferimento provocherebbe profondo smarrimento in quanti hanno creduto che fosse possibile risanare tante situazione di corruzione”.

mercoledì 20 giugno 2012

il segreto del giardiniere di Rosa Teruzzi: recensione ed opinioni

La brava scrittrice Rosa Teruzzi cerca il meritato successo proponendoci questo suo ultimo libro dal titolo mistico “Il segreto del giardiniere” con il quale spera di conquistare un successo che sarebbe, in fin dei conti, meritato. Il segreto del giardiniere è un avvincente romanzo che vede come protagonista una giovane giornalista che ha la capacità di “sentire” le persone, oltre ad avere un amore sviscerato per la giustizia.

Il romanzo della Terruzi ha avuto la benedizione niente di meno che di Sveva Casati Modignani che ha definito la protagonista di questo libro un “nuovo commissario Montalbano”, una defizione forse sin troppo abusata nelle fiction o negli ultimi romanzi gialli prodotti in Italia da un decennio ad oggi. Ma nel caso di Irene Milani, protagnosita di questo giallo la definizione sembra davvero essere azzeccatissima anche se la stessa autrice ha ammesso candidamente che questa definizione è un po’ fuori luogo.

Ma vediamo un po’ di scendere un po’ più nei dettagli di questo giallo che appassionerà milioni di lettori. Irene è una ventitreenne, quindi molto più giovane del suo corrispettivo collega siciliano e, a differenza di quest’ultimo che vola da un fiore all’altro, la giovane Irene appare molto indecisa in amore e, il più delle volte, inconcludente.

Questo giallo è poi ambientato nella fredda Milano e non nella solare Sicilia, una Milano però rappresentata con sere calde e serene, popolata da giardinieri di assalto e da poeti squattrinati, anche se non mancano, come in tutti i gialli che si rispettino, i morti. Capita quindi che un ferroviere ormai in pensione si ritrovi ad assistere a qualcosa che non doveva vedere mentre era intento a riempire di bulbi in un’aiuola ormai dismessa da tempo posta davanti ad una libreria.

La brava Irene non può certo contare su Catarella e Fazio, o Livio o Augello come potrebbe invece fare il commissario più famoso d’Italia, e si deve invece accontentare di un fotografo che interloquisce solo ricorrendo a proverbi, una vicina di casa che si dispensa a suo personalissimo guru e, soprattutto, ad un super affascinante poliziotto che qualsiasi cronista di cronaca nera vorrebbe incontrare nella propria vita.
La nostra Irene ha però un dono “naturale”: riesce a risolvere i casi di cronaca semplicemente “sentendo” le emozioni di quelli con cui viene in contatto. Questa particolare empatia permette alla brava cronista di risolvere casi di cronaca nera quasi impossibili e molto complicati.

Irene non può certo essere definita una bella ragazza e non fa nulla per dimostrarsi tale, optando per delle gonne troppo lunghe o a causa della sua cronica magrezza con i suoi pochi chili, oltretutto, distribuiti male sul suo corpo. Irene però ha altri punti di forza, è un segugio di razza, ha lo stesso sguardo indagatore del suo “collega” Montalbano, la stessa nostalgia per un mondo fatto di onestà e rettitudine in cui sono i buoni a vincere e la giustizia a trionfare e per giustizia non intendiamo, necessariamente, quella dei tribunali.

Irene ha ancora tanto da lavorare per arrivare al livello del suo collega siculo più famoso, ma può vantarsi, comunque, di aver risolto il suo primo caso, di aver fatto invaghire il super poliziotto e, almeno per un giorno, la giustizia trionfa solenne non a Ragusa ma su un ramo del lago di Como.

Il segreto del giardiniere - Intervista a Rosa Teruzzi

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