mercoledì 20 giugno 2012

il segreto del giardiniere di Rosa Teruzzi: recensione ed opinioni

La brava scrittrice Rosa Teruzzi cerca il meritato successo proponendoci questo suo ultimo libro dal titolo mistico “Il segreto del giardiniere” con il quale spera di conquistare un successo che sarebbe, in fin dei conti, meritato. Il segreto del giardiniere è un avvincente romanzo che vede come protagonista una giovane giornalista che ha la capacità di “sentire” le persone, oltre ad avere un amore sviscerato per la giustizia.

Il romanzo della Terruzi ha avuto la benedizione niente di meno che di Sveva Casati Modignani che ha definito la protagonista di questo libro un “nuovo commissario Montalbano”, una defizione forse sin troppo abusata nelle fiction o negli ultimi romanzi gialli prodotti in Italia da un decennio ad oggi. Ma nel caso di Irene Milani, protagnosita di questo giallo la definizione sembra davvero essere azzeccatissima anche se la stessa autrice ha ammesso candidamente che questa definizione è un po’ fuori luogo.

Ma vediamo un po’ di scendere un po’ più nei dettagli di questo giallo che appassionerà milioni di lettori. Irene è una ventitreenne, quindi molto più giovane del suo corrispettivo collega siciliano e, a differenza di quest’ultimo che vola da un fiore all’altro, la giovane Irene appare molto indecisa in amore e, il più delle volte, inconcludente.

Questo giallo è poi ambientato nella fredda Milano e non nella solare Sicilia, una Milano però rappresentata con sere calde e serene, popolata da giardinieri di assalto e da poeti squattrinati, anche se non mancano, come in tutti i gialli che si rispettino, i morti. Capita quindi che un ferroviere ormai in pensione si ritrovi ad assistere a qualcosa che non doveva vedere mentre era intento a riempire di bulbi in un’aiuola ormai dismessa da tempo posta davanti ad una libreria.

La brava Irene non può certo contare su Catarella e Fazio, o Livio o Augello come potrebbe invece fare il commissario più famoso d’Italia, e si deve invece accontentare di un fotografo che interloquisce solo ricorrendo a proverbi, una vicina di casa che si dispensa a suo personalissimo guru e, soprattutto, ad un super affascinante poliziotto che qualsiasi cronista di cronaca nera vorrebbe incontrare nella propria vita.
La nostra Irene ha però un dono “naturale”: riesce a risolvere i casi di cronaca semplicemente “sentendo” le emozioni di quelli con cui viene in contatto. Questa particolare empatia permette alla brava cronista di risolvere casi di cronaca nera quasi impossibili e molto complicati.

Irene non può certo essere definita una bella ragazza e non fa nulla per dimostrarsi tale, optando per delle gonne troppo lunghe o a causa della sua cronica magrezza con i suoi pochi chili, oltretutto, distribuiti male sul suo corpo. Irene però ha altri punti di forza, è un segugio di razza, ha lo stesso sguardo indagatore del suo “collega” Montalbano, la stessa nostalgia per un mondo fatto di onestà e rettitudine in cui sono i buoni a vincere e la giustizia a trionfare e per giustizia non intendiamo, necessariamente, quella dei tribunali.

Irene ha ancora tanto da lavorare per arrivare al livello del suo collega siculo più famoso, ma può vantarsi, comunque, di aver risolto il suo primo caso, di aver fatto invaghire il super poliziotto e, almeno per un giorno, la giustizia trionfa solenne non a Ragusa ma su un ramo del lago di Como.

Il segreto del giardiniere - Intervista a Rosa Teruzzi

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