Bellissimo romanzo autobiografico a firma Massimo Gramellini che era un bimbo quando la sua mamma morì. Il dolore provato per questa triste ed improvvisa perdita della persona a cui un figlio può volere più bene e il successivo senso di abbandono che ne è scaturito lo resero profondamente spaventato e titubante nei confronti del sentimento dell'amore.
La perdita della mamma ebbe l'effetto, sul giovane Massimo, di idolatrare la figura della mamma, tanto da renderla quasi perfetta, a discapito, purtroppo, della figura paterna che, al contrario della figura idealizzata della madre, appare poco sensibile e quasi incapace di comprendere il profondo dolore del figlio.
Ma questa è solo l'apparenza: quaranti anni dopo, infatti, una vecchia lettera ritrovata farà crollare tutte quelle certezze costruite in tutti quegli anni, distruggendo false idee e contribuendo a dare un'immagine più umana e sensibile alla figura paterna, rivalutando la sua durezza e comprendendo che, dietro quell'apparente insensibilità, si celava forse il tentativo di proteggere il figlio.
Lo scrittore Massimo Gramellini
Massimo Gramellini è nato a Torino nel 1960 anche se adesso risiede a Roma.
Gramellini scrive per il quotidiano "La Stampa" per il quale scrive, da ormai tra anni, un breve articolo di prima pagina dal titolo "Buongiorno", occupandosi di politica e costume.
Per anni Gramellini ha diretto la rivista Specchio, l'allegato settimanale alla Stampa, rispondendo ai lettori nella sua rubrica "la posta del cuore". Tra i suoi libri precedenti ricordiamo “Compagni d’Italia” e una raccolta dei suoi editoriali scritti per la Stampa.
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